Tra i pazienti con defibrillatore cardioverter impiantabile ( ICD ) che hanno tachicardia ventricolare ( TV ) sintomatica, l'ablazione con catetere è risultata superiore ai farmaci antiaritmici.
SURVIVE-VT ( Substrate Ablation versus Antiarrhythmic Drug Therapy for Symptomatic Ventricular Tachycardia ) era uno studio di fase 4, guidato dallo sperimentatore, multicentrico, randomizzato e controllato, condotto in 9 Centri in Spagna tra il 2010 e il 2017.
I pazienti ( n=144 ) con tachicardia ventricolare trattata mediante shock con ICD, sono stati assegnati in modo casuale in un rapporto 1:1 a ricevere l'ablazione transcatetere entro 15 giorni ( n=71 ) o il trattamento immediato con farmaci antiaritmici ( n=73 ).
I pazienti nel gruppo antiaritmici hanno ricevuto Amiodarone ( Cordarone ) più beta-bloccanti.
Quelli con controindicazioni hanno ricevuto Sotalolo ( Sotalex ) più beta-bloccanti o solo Amiodarone nei casi di intolleranza ai beta-bloccanti.
L'outcome composito primario era morte cardiovascolare, shock appropriato da ICD, ricovero per insufficienza cardiaca e gravi complicanze correlate al trattamento fino a 24 mesi.
I pazienti delle coorti di ablazione e di antiaritmici avevano un'età mediana di 70 e di 71 anni; il 98.6% e il 93.2% erano uomini; l'indice BMI ( indice di massa corporea ) era pari a 27.3 e 27.6; l'ultimo infarto miocardico si era verificato 14 e 14 anni prima; il 78.9% e il 64.4% soffriva di ipertensione; e il 13.6% e il 12.3% avevano rispettivamente fibrillazione atriale o flutter atriale.
Tra quelli randomizzati a ricevere l'ablazione, 6 non hanno subito la procedura e 8 sono passati al gruppo farmaci antiaritmici.
Nella coorte antiaritmici, 18 sono stati sottoposti ad ablazione con catetere dopo la recidiva di tachicardia ventricolare.
A 24 mesi, l'outcome composito primario si è verificato nel 28.2% della coorte ablazione e nel 46.6% della coorte antiaritmici.
L'ablazione era associata a un rischio ridotto per l'esito composito ( hazard ratio [ HR ], 0.52; IC 95%, 0.30-0.90; P = 0.021 ).
Stratificata per eventi individuali, l'ablazione è stata associata a un rischio ridotto di gravi complicanze correlate al trattamento ( HR=0.30; IC 95%, 0.13-0.71; P = 0.006 ), ricovero per aritmia ventricolare ( HR=0.21; IC 95%, 0.08-0.57; P = 0.002 ), tachicardia ventricolare incessante o non-rilevata o tempesta elettrica ( HR=0.17; IC 95%, 0.05-0.58; P = 0.005 ), ricovero per cause cardiache ( HR=0.42; IC 95%, 0.22-0.82; P = 0.011 ) e tachicardia ventricolare lenta non-rilevata ( HR=0.18; IC 95%, 0.04-0.84; P = 0.028 ).
Gravi eventi avversi si sono verificati in 7 pazienti nella coorte di ablazione, che sono stati tutti completamente risolti.
Per la coorte antiaritmici, 21 pazienti hanno manifestato un evento avverso e 17 eventi sono stati sufficientemente gravi da richiedere il ricovero o l'interruzione del trattamento.
Nelle analisi secondarie e post-hoc, l'ablazione è stata preferita per gli esiti di recidiva come tempesta di tachicardia ventricolare, tachicardia ventricolare incessante, tachicardia ventricolare lenta non-rilevata, e ricovero ospedaliero per aritmia ventricolare.
Lo studio era limitato dai suoi bassi tassi di reclutamento e il Comitato direttivo ha deciso di interrompere il reclutamento dei pazienti.
In conclusione, nei pazienti con cardiomiopatia ischemica e tachicardia ventricolare sintomatica sottoposti a dispositivo ICD, l'ablazione con catetere ha ridotto l'endpoint composito di morte cardiovascolare, shock appropriato da ICD, ospedalizzazione per insufficienza cardiaca o gravi complicanze correlate al trattamento, rispetto ai farmaci antiaritmici. ( Xagena2022 )
Fonte: Journal of American College of Cardiology, 2022
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