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Farmaci antiaritmici per os nella conversione della fibrillazione atriale di recente insorgenza


Ricercatori del St Antonius Hospital di Nieuwegein in Olanda hanno compiuto una revisione di studi clinici con l’obiettivo di verificare l’efficacia e la sicurezza della conversione della fibrillazione atriale di recente insorgenza mediante somministrazione di farmaci antiaritmici per os.

Sono stati esaminati studi clinici che hanno impiegato come farmaci antiaritmici l’Amiodarone, la Chinidina, la Digossina, la Flecainide, il Propafenone, il Sotalolo ed il Verapamil.

La percentuale di conversione di una singola dose di carico di Propafenone di 600 mg è risultata compresa tra il 37 ed il 41% dopo 4 ore dall’assunzione del farmaco.

Il Propafenone è risultato più efficace della Chinidina, dell’Amiodarone e del placebo.

Una singola dose di carico orale di Flecainide ha permesso di ripristinare il ritmo sinusale tra il 59 ed il 68% dei pazienti a 3 ore.

La Flecainide è risultata più efficace dell’Amiodarone e del placebo.

Il Sotalolo, la Digossina ed il Verapamil, per os, non sono risultati efficaci nel convertire la fibrillazione atriale a ritmo sinusale.

Dalla revisione degli studi, la Flecainide ed il Propafenone sono farmaci efficaci nella conversione della fibrillazione atriale di recente insorgenza.

Nessuna grave aritmia ventricolare, nessun grave effetto proaritmico o grave evento avverso non-cardiaco è stato osservato.

Le tachiaritmie sopraventricolari a conduzione atrio-ventricolare ( AV ) 1:1 sono risultate rare, e si sono presentate anche con il placebo.

L’efficacia della Flecainide e del Propafenone è risultata maggiore quando la fibrillazione atriale aveva una durata inferiore alle 24 ore.

La Flecainide presenta dei vantaggi rispetto al Propafenone:

- minore variabilità interindividuale della cinetica di assorbimento;
- nessuna formazione, geneticamente determinata, di metaboliti attivi;
- più rapida distribuzione a livello miocardico.

La Flecainid e ed il Propafenone sono due farmaci sicuri nei pazienti ospedalizzati.

L’auto-somministrazione dei farmaci antiaritmici al di fuori dell’ambiente ospedaliero, definita anche come “pill in the pocket approach��?, dovrebbe essere riservata a pazienti selezionati.( Xagena2004 )

Deneer VH et al, Pharm World Sci 2004; 26: 66-78


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