La fibrillazione atriale aumenta in modo sostanziale il rischio di ictus ischemico, ma questo rischio varia tra i singoli pazienti con questa aritmia, e gli attuali schemi di stratificazione del rischio hanno limitata capacità predittiva.
La malattia renale cronica è un fattore di rischio cardiovascolare maggiore, ma non è noto se aumenti in modo indipendente il rischio di ictus ischemico nelle persone con fibrillazione atriale.
Uno studio, coordinato da Ricercatori del Kaiser Permanente of Northern California a Oakland negli Stati Uniti, ha esaminato in che modo la malattia renale cronica ( ridotta velocità di filtrazione glomerulare o proteinuria ) influenzi il rischio di tromboembolismo, senza anticoagulazione, in pazienti con fibrillazione atriale.
Durante 33.165 persone-anno, non sottoposte ad anticoagulazione, tra 10.908 pazienti con fibrillazione atriale, sono stati osservati 676 eventi tromboembolici.
Dopo aggiustamento per i fattori di rischio noti per l’ictus e altri confondenti, la proteinuria ha aumentato il rischio di tromboembolismo del 54% ( rischio relativo, RR=1.54 ).
E’stato osservato un graduale aumento del rischio di ictus associato a livelli progressivamente più bassi di velocità di filtrazione glomerulare stimata ( eGFR ) rispetto a una velocità maggiore o uguale a 60 mL/min/1.73 m2: rischio relativo di 1.16 per eGFR da 45 a 59 mL/min/1.73 m2, e 1.39 per eGFR minore di 45 mL/min/1.73 m2 ( P=0.0082 per la tendenza ).
In conclusione, la malattia renale cronica aumenta il rischio di tromboembolismo nella fibrillazione atriale indipendentemente da altri fattori di rischio.
Conoscere i livelli della funzione renale e la presenza di proteinuria potrebbe migliorare la stratificazione del rischio riguardo alla decisione di instaurare una terapia antitrombotica per la prevenzione dell’ictus nella fibrillazione atriale. ( Xagena2009 )
Go AS et al, Circulation 2009;119: 1363-1369
Cardio2009 Nefro2009