Uno studio ha esaminato la relazione tra pressione pulsatoria e fibrillazione atriale.
Allo studio hanno preso parte 5.331 partecipanti del Framingham Heart Study, di 35 anni di età o superiore ( età media 57 anni; il 55% donne ), che al basale non soffrivano di fibrillazione atriale.
Durante un periodo di follow-up di 12 anni ( valore mediano ) la fibrillazione atriale si è sviluppata nel 13.1% dei partecipanti ( n = 698 ).
L’incidenza di fibrillazione atriale a 20 anni è stata del 5.6% per la pressione pulsatoria di 40mmHg o meno ( 25° percentile ) e del 23.3% per la pressione pulsatoria superiore a 61mmHg ( 75° percentile ).
Dopo aggiustamenti, la pressione pulsatoria è risultata associata ad un aumento del rischio di fibrillazione atriale ( hazard ratio aggiustato, HR = 1.26 per 20mmHg di incremento; p < 0.001 ).
Al contrario, la pressione arteriosa media non era correlata alla fibrillazione atriale ( HR aggiustato = 0.96 per 10mmHg di incremento; p = 0.39 ).
La pressione sistolica era correlata alla fibrillazione atriale ( HR =1.14 per incrementi di 20mmHg; p = 0.006 ); l’aggiunta della pressione diastolica ha migliorato la capacità predittiva del modello.
Lo studio ha mostrato che la pressione pulsatoria è un importante fattore di rischio per la fibrillazione atriale in un campione basato sulla comunità.
Rimane da chiarire se gli interventi che riducono la pressione pulsatoria siano in grado di ridurre l’insorgenza della fibrillazione atriale. ( Xagena2007 )
Mitchell GF et al, JAMA 2007; 297: 709-715
Cardio2007