I farmaci antiaritmici, principalmente Amiodarone e Sotalolo, l’ablazione transcatetere con radiofrequenza ed il defibrillatore impiantabile sono le 3 opzioni terapeutiche nei pazienti con tachicardia ventricolare sostenuta e fibrillazione atriale. La tachicardia ventricolare idiopatica, la tachicardia ventricolare incessante, la tachicardia ventricolare emodinamicamente stabile, fequentemente ricorrente, tachicardia da rientro dal fascio di branca, sono candidate all’ablazione con radiofrequenza. I pazienti con tachiaritmie ventricolari ad alto rischio dovrebbero invece ricevere un defibrillatore impiantabile.
Due studi clinici, AVID e CIDS, sono stati pianificati per valutare se la terapia farmacologica è da prefere all’impianto di un defibrillatore.
A 3 anni, nello studio AVID il defibrillatore impiantabile ha permesso di ridurre il rischio relativo rispetto all’Amiodarone del 31,5%. Questo dato non è stato tuttavia confermato dallo studio CIDS, in cui la riduzione del rischio da parte del defibrillatore è stata solamente del 13,7% rispetto all’Amiodarone. Un’analisi di entrambi gli studi ha dimostrato che lo studio CIDS è stato mal disegnato non permettendo di raggiungere differenze statisticamente significative.
(Farre J et al, Am J Cardiol 2000; 86 ( Suppl 1): K44-K51)