La fibrillazione atriale postoperatoria è una frequente complicanza della chirurgia cardiaca, ed è causa di aumento della morbilità, durata della degenza e dei costi ospedalieri.
Esiste un numero crescente di evidenze riguardo ad approcci farmacologici e non-farmacologici per ridurre il presentarsi di fibrillazione striale postoperatoria.
Le lineeguida basate sull’evidenza sono a sostegno dell'uso di beta-bloccanti come profilassi standard della fibrillazione atriale post-operatoria nei pazienti sottoposti a cardiochirurgia.
La tradizionale terapia profilattica ha come obiettivo il sistema nervoso simpatico, il periodo refrattario, e la conduzione atriale. Tuttavia, le relazioni tra lo sviluppo di fibrillazione atriale postoperatoria e il processo infiammatorio, lo stress ossidativo, e il rimodellamento atriale hanno spinto a sviluppare nuove terapie con questi processi come bersaglio.
Per valutare il ruolo delle strategie farmacologiche, oltre i beta-bloccanti, nella prevenzione della fibrillazione atriale postoperatoria, i Ricercatori della Creighton University a Omaha negli Stati Uniti, hanno compiuto un’analisi degli studi pubblicati nel periodo 1950-2009.
L'accento è stato posto su come queste terapie potrebbero essere utilizzate nei pazienti con intolleranza ai beta-bloccanti o come terapia additiva nei pazienti ad alto rischio.
Esiste sufficiente evidenza per raccomandare l'uso di Amiodarone ( Cordarone ), Sotalolo ( Sotalex ), e probabilmente di Magnesio in monoterapia nei pazienti non in grado di assumere beta-bloccanti o come terapia aggiuntiva per la prevenzione della fibrillazione atriale postoperatoria.
Attualmente i dati disponibili non supportano l'uso di Propafenone, Procainamide, Digossina, tiazolidinedioni, Triiodotironina, o calcioantagonisti.
Ci sono indicazioni preliminari che indicano una possibile efficacia di Dofetilide, Ace inibitori, sartani, statine, farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ), corticosteroidi, Acidi grassi Omega-3, Acido Ascorbico, Acetilcisteina, e Nitroprussiato di sodio.
Sono, tuttavia, necessari studi su larga scala, di adeguata potenza, per determinare il beneficio di questi farmaci prima che possano essere raccomandati per uso di routine. ( Xagena2010 )
Davis EM et al, Pharmacotherapy 2010;30:749, 274e-318e
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