Uno studio ha cercato di identificare i fattori di rischio di aritmie fatali in pazienti con sindrome del QT lungo che si manifestano con sincope.
La sincope è fortemente predittiva di future aritmie fatali nella sindrome del QT lungo; tuttavia non sono disponibili dati sulla stratificazione del rischio e le strategie di gestione nel sottogruppo di pazienti ad alto rischio con sindrome del QT lungo che si presentano con sincope.
In totale, 1.059 pazienti con sindrome del QT lungo con un intervallo QT corretto maggiore o uguale a 450 ms presentatisi con sincope come primo sintomo sono stati selezionati dal International LQTS Registry.
La regressione a rischi proporzionali di Cox è stata utilizzata per identificare i fattori di rischio per eventi aritmici gravi incluso l’arresto cardiaco abortito, la terapia appropriata con cardioversore-defibrillatore impiantabile e morte cardiaca improvvisa.
Il rischio più basso è stato osservato in pazienti con solo 1 episodio di sincope prima dell'inizio della terapia con beta-bloccanti.
Di contro, i pazienti con episodi di sincope dopo l'inizio di tale terapia hanno mostrato un aumento di 3.6 volte del rischio di eventi aritmici gravi ( p minore di 0.001 ) rispetto al gruppo di pazienti a basso rischio e hanno mostrato un rischio di eventi aritmici gravi simile a quello di pazienti non-trattati con terapia beta-bloccante.
Episodi multipli di sincope prima dell'inizio della terapia con beta-bloccanti sono risultati associati a un rischio intermedio ( hazard ratio, HR=1.8, p minore di 0.001 ).
Il rischio di sincope durante la terapia beta-bloccante è risultato alto nei bambini di entrambi i sessi, ma negli adulti era più alto nelle donne che negli uomini ( HR=2.3, p minore di 0.001 ).
In conclusione, i pazienti con sincope durante la terapia con beta-bloccanti sono ad alto rischio di eventi minaccianti la vita e la terapia con cardioversore-defibrillatore impiantabile dovrebbe essere presa in considerazione per questi pazienti.
Il rischio di fallimento dei beta-bloccanti è più alto nei bambini e nelle donne. ( Xagena2010 =
Jons C et al, J Am Coll Cardiol 2010; 55: 783-788
Cardio2010