Uno studio ha valutato la sicurezza e l’efficacia di un farmaco antiaritmico, l’Ibutilide nei pazienti con fibrillazione atriale o flutter atriale, alcune dei quali erano già stati sottoposti ad altri trattamenti antiaritmici. Trentaquattro pazienti, di età media 75 +/- 16,3 anni , di cui 25 con fibrillazione atriale e 9 con flutter atriale, presentanti anche altre patologie: insufficienza cardiaca congestizia, angina instabile, ipotensione, insufficienza respiratoria ed insufficienza renale cronica. L’Ibutilide è stato somministrato in due infusioni di 10 minuti di 1 mg con un intervallo tra una somministrazione e l’altra di 10 minuti.
La percentuale di riconversione dopo l’Ibutilide è stata del 79,4% ( 27/34 pazienti): 80% per la fibrillazione atriale e 78% per il flutter atriale.
Il 90% delle conversioni si sono avute entro 1 ora dal trattamento.
Una migliore risposta si è avuta nei pazienti che avevano un’aritmia di insorgenza inferiore alla settimana.
L’intervallo QT corretto è aumentato in tutti i pazienti mediamente del 17,1% .
Extrasistoli ventricolari si sono presentate dopo trattamento con Ibutilide in 10 pazienti, mentre due ebbero episodi di tachicardia ventricolare non sostenuta ( TVNS) monomorfa, controllata con la somministrazione di solfato di magnesio. Un paziente presentò una tachicardia ventricolare sostenuta ( TVS) che richiese una cardioversione elettrica.
(Variale P & Sedighi A, Clin Cardiol 2000; 23: 265-268)