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Studio RHYTHM II ICD: confronto fra stimolazione biventricolare simultanea e ritardo interventricolare ottimizzato


Lo studio RHYTHM II ICD ( The Resynchronization for the Hemodynamic Treatment for Heart Failure Management II implantable cardioverter defibrillator ) ha valutato l’impatto clinico dell’ottimizzazione del ritardo interventricolare ( V-V ) nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia sottoposti all’impianto di un dispositivo per la terapia di risincronizzazione cardiaca ( CRT ).

Hanno preso parte allo studio in singolo cieco 121 pazienti a cui era stato impiantato un dispositivo per la sincronizzazione cardiaca con la proprietà di cardioverter/defibrillatore ( CRT-D ).
Questi pazienti sono stati assegnati in modo casuale in un rapporto di 1:3 a pacing biventricolare simultaneo ( n = 30 ) o ottimizzato ( n = 91 ).

Gli end point dello studio erano:

1) assenza di complicanze correlate al sistema CRT-D;

2) cambiamenti nel periodo da reimpianto a 6 mesi di follow-up in a) classe funzionale NYHA; b) distanza durante il test di cammino di 6 minuti; c) qualità della vita;

Nel gruppo ottimizzato, il ritardo interventricolare è variato tra 0ms ed 80ms, con il 28.4% dei pazienti stimolati ad un ritardo V-V ottimizzato di 0ms.

La sopravvivenza generale a 6 mesi, priva di eventi avversi richiedenti interventi invasivi, è stata dell’81.8%.

Nell’intera coorte, 6 mesi del sistema CRT-D erano associati ad una significativa riduzione della classe funzionale NYHA, all’aumento della distanza coperta nel test di cammino di 6 minuti e ad un miglioramento della qualità della vita ( ciascuno p< 0.0001 ).
Gli effetti di CRT-D su questi end point sono risultati simili per entrambi i gruppi di studio.

Le conclusioni dello studio sono state le seguenti:

- La proprietà cardioverter/defibrillatore era associata ad un significativo alleviamento dei sintomi di insufficienza cardiaca congestizia, aumento della capacità funzionale e miglioramento della qualità della vita.

- L’ottimizzazione del ritardo interventricolare non ha conferito alcun beneficio aggiuntivo rispetto alla stimolazione biventricolare simultanea.

Boriani G et al, Am Heart J 2006; 151: 1050-1058

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